lunedì 14 gennaio 2008

Dossier Odessa

Frederick Forsyth
Mondadori, Oscar Bestsellers
Pagine 352, Euro 8.80
Traduzione: Marco Tropea

Gli Oscar Mondadori da un paio d’anni stanno ristampando tutti i lavori dell’inglese Frederick Forsyth, ex giornalista passato a scrivere thriller eccellenti legati all’attualità. L’ultimo suo lavoro, L’afgano, affronta ad esempio il terrorismo di Al Qaeda e dipinge l’organizzazione islamica dal di dentro attraverso fonti affidabili.
Un approccio simile, quello cioè di mescolare l’indagine giornalistica alla fiction, è diventato lo stile inconfondibile di Forsyth fin dagli esordi nel 1971 con Il giorno dello sciacallo.
In Dossier Odessa (la cui prima pubblicazione avvenne nel 1972) l’autore descrive la misteriosa organizzazione di ex nazisti nata subito dopo la fine della II Guerra Mondiale con un duplice obiettivo: da un lato evitare ai propri commilitoni (tra le cui fila si celavano molte SS) gli arresti e i relativi processi; dall’altro organizzare una sorta di contropotere in Germania cercando di fare arrivare in ruoli chiave dell’industria e della politica uomini fidati, con l’obiettivo di riportare in auge il nazismo.

Una sera di novembre del 1963, nello stesso giorno in cui il Presidente John Fitzgerald Kennedy è assassinato a Dallas, il ventinovenne giornalista indipendente Peter Miller, alla ricerca di notizie da pubblicare, si reca in un quartiere d’Amburgo dove è appena avvenuto un suicidio. La vittima è un vecchio ebreo, Solomon Tauber. L’ispettore incaricato delle indagini confida a Miller che l’anziano ha lasciato un manoscritto sconcertante nel quale descrive il suo internamento nel campo di concentramento di Riga. Miller riesce ad avere il testo e scopre un universo a lui ignoto, finora rimosso dalla memoria dei giovani tedeschi, quello legato allo sterminio degli ebrei. Il campo di Riga era governato con brutalità dal capitano Eduard Roschmann e il giovane resta così scioccato dalla lettura del diario che decide di mettersi alla caccia del macellaio di Riga, ovviamente ancora a piede libero grazie a una nuova identità.
Nel corso della sua ossessiva ricerca Miller entra in contatto anche con il cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal (il personaggio col nome di Liebermann era al centro de I ragazzi venuti dal Brasile di Ira Levin) che gli svela l’universo sommerso legato all’organizzazione Odessa.
Nel frattempo alcuni ebrei che lavorano per l’esercito israeliano contattano Miller e gli offrono la possibilità di crearsi una nuova identità con lo scopo di infiltrarsi nell’Odessa e riuscire così a sapere la vera identità di Roschmann.

Con uno stile secco Forsyth avanza implacabile, scena dopo scena, verso la risoluzione finale che nasconde anche le reali motivazioni che spingono Miller a cercare il boia nazista. All'epoca il libro suscitò accese discussioni in Germania poiché condannava l'indifferenza delle nuove generazioni tedesche rispetto alle atrocità commesse dai loro padri durante la II Guerra Mondiale.
A circa quarant’anni dalla sua pubblicazione Dossier Odessa è ancora un romanzo avvincente,
perfetto compromesso tra lettura di qualità e intrattenimento, poiché incentrato sulla aristotelica struttura narrativa in tre atti nella quale i protagonisti rivelano la loro natura psicologica attraverso l’azione.

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