venerdì 10 febbraio 2012

DRIVE

In una Los Angeles assolata un uomo sopravvive facendo il driver. E' un guidatore sui generis, che accompagna i ladri sul luogo della rapina e li attende per soli cinque minuti. Se entro quel breve lasso di tempo i malviventi non fanno ritorno egli si dilegua nel nulla. In caso contrario è disposto a scortarli in salvo. Il ragazzo è un asso della guida. Di giorno arrotonda facendo lo stunt man e il meccanico. E' un solitario, che s'affeziona alla sua vicina di casa, una giovane madre single con il marito in galera. Quando quest'ultimo viene scarcerato e torna a casa porta con sé un mucchio di guai, mettendo in pericolo la donna e il suo bambino. Ma il driver è disposto a tutto pur di salvare la ragazza e si caccia in un affare molto pericoloso dal quale risulterà estremamente difficile uscire...
Il regista danese Nicolas Winding Refn ha al suo attivo varie pellicole tra cui Vallhala rising, molto apprezzato ai festival di tutto il mondo. Al suo esordio a Hollywood egli sceglie il romanzo di James Sallis per realizzare un noir spietato e romantico, caratterizzato da punte di violenza parossistica che giungono inaspettate e colpiscono lo spettatore allo stomaco. L'algida messa in scena ha il suo punto di forza nelle immagini di una Los Angeles inedita, ripresa anche dall'alto con delle ipnotiche panoramiche.
Vedendo il film mi sono ricordato di un poliziesco del 1967, firmato dall'inglese John Boorman, Senza un attimo di tregua (Point blank), con Lee Marvin nei panni di un misterioso figuro alla ricerca di un'ingente somma di denaro che gli è stata rubata. Anche in quella pellicola, diretta guarda caso da un europeo, c'era la medesima rappresentazione di una Los Angeles disumana e desolata nella quale si muoveva come un automa il suo protagonista. E come una sorta di autistico si aggira con la sua auto il driver di questa nuova storia cui presta il volto l'emergente (e bravissimo) Ryan Gosling.
Gran premio alla regia al Festival di Cannes 2011.

Drive
Di Nicolas Winding Refn
Con Ryan Gosling, Carey Mulligan, Albert Brooks, Ron Perlman
Durata: 100'

martedì 7 febbraio 2012

LA TALPA

Confesso di non riuscire ad apprezzare fino in fondo John Le Carré, un autore considerato dalla stampa britannica alla stregua di Graham Greene. A mio modesto avviso tra i due non c'è partita. Entrambi affrontano nelle loro opere gli intrighi spionistici ma Greene è scrittore di razza e i suoi lavori sono permeati di romanticismo. Inoltre, essi inscenano un dibattito interiore autentico, permeato di sensi di colpa e di un rapporto conflittuale col sacro che solo un cattolico (per di più inglese) può avere. In John Le Carré è, invece, totalmente assente la passione. I suoi romanzi si avvalgono di una struttura narrativa geometrica dove i sentimenti dei personaggi risultano ingabbiati dalle convenzioni in un decoro algido, tipicamente britannico. La casa Russia, Il giardiniere tenace, Il sarto di Panama, sono solo alcuni dei suoi lavori più celebri, portati sullo schermo in versioni contraddittorie. Adesso è la volta de La talpa, il romanzo che nel 1973 lo lanciò nell'empireo dei romanzieri inglesi più illustri. In realtà esisteva già una versione televisiva del romanzo con Alec Guiness nei panni del celebre George Smiley, un grigio impiegato del MI6 incaricato dal suo governo di scovare un infiltrato nelle fila dei servizi segreti britannici. L'episodio è ispirato alle note vicende che videro protagonista negli anni '60 Kim Philby, uno snob inglese passato al KGB.
Il titolo originario del libro Tinker, Taylor, Soldier, Spy fa riferimento ai nomi in codice dati ai quattro sospettati, rispettivamente, stagnino, sarto, soldato, spia. La versione cinematografica diretta dallo svedese Thomas Alfredson, già autore di Lasciami entrare, punta tutto sulla ricostruzione storica, davvero ineccepibile, restando fedele al complesso intreccio del romanzo. Ne consegue un intrigante affresco neorealista dei servizi britannici, molto lontano dai fasti alla James Bond di Ian Fleming.
Personalmente alla grigia routine degli impiegati statali preferisco il glamour inverosimile di Fleming. Questo La talpa, così come il romanzo di Le Carré, è di una noia mortale e non basta a risollevarci dal tedio la pur brillante interpretazione di Gary Oldman.

La talpa (Tinker, Taylor, Soldier, Spy)
Regia: Tomas Alfredson
Con: Gary Oldman, Colin Firth, John Hurt, Ciàran Hinds