mercoledì 4 novembre 2009

La cruna dell'ago

Ken Follett
Mondadori, 1978
pag. 377, Euro 9,00
Traduzione: Riccardo Calzeroni

Approfittando di una promozione Mondadori ho acquistato il tascabile del primo best seller di Ken Follett, datato 1978. Ho sempre amato molto la trasposizione cinematografica fatta dall'inglese Richard Marquand con un Donald Sutherland mefistofelico e una musica romantica composta dall'ungherese Miklos Rosza. Mi aspettavo dunque un romanzo ben costruito e con dei personaggi intriganti. In effetti Die Nagel, L'ago, spia tedesca infiltrata in Gran Bretagna fin dal 1938 per carpire i segreti della perfida Albione, è una macchina da morte spietata ed amorale.
Si narrano nel libro le sue peripezie all'interno dell'isola alla vigilia dello sbarco in Normandia. Dopo avere scoperto che gli alleati non sbarcheranno a Calais come i nazisti pensano, Die Nagel è inseguito dal controspionaggio inglese nelle persone del professor Godliman e dell'ispettore Bloggs.
Giunto in Scozia, il nazista ruba una barca e fa naufragio sulla piccola isola della tempesta dove viene raccolto da una coppia che vive isolata dal mondo. Lucy è una bellissima donna che si è ritirata in quell'eremo col marito invalido e il piccolo Jo nella impossibile ricerca di una serenità. Il rapporto coniugale è a pezzi e alla ragazza non sembra vero cadere nelle braccia dell'affascinante spia. Quando però scoprirà la sua vera identità allora l'amor di patria prevarrà su ogni sentimento.
Un bel giallo ma per una volta mi sento di affermare che la trasposizione cinematografica è migliore.

sabato 26 settembre 2009

La regina dei castelli di carta

Stieg Larsson
2009, Marsilio
Pag. 857, Euro 21,50

Il terzo e conclusivo capitolo della trilogia dello svedese Stieg Larsson è un legal thriller che porta a compimento le vicende drammatiche che hanno come protagonista Lisbeth Salander.
Salvata da morte certa Lisbeth è immobilizzata in un letto d'ospedale. In attesa della completa guarigione e del processo intentato contro di lei per il tentato omicidio del padre, i servizi segreti congiurano per farla giudicare inferma mentalmente e coprire così le loro malefatte. Quello che la Sapo non sa è che Lisbeth può contare su tre formidabili alleati: il giornalista Mikael Blomvkist, la sorella di quest'ultimo Annika Giannini, principessa del foro che ha preso l'incarico di difendere la restia Lisbeth in tribunale, e Dragan Armanskij, proprietario dell'agenzia di investigazioni private per la quale lavorava la hacker.
Costruito in maniera ineccepibile dal punto di vista drammatico, l'epilogo di questa trilogia appassionante si risolve in maniera scontata e, nonostante la poderosa mole, anche un po' frettolosa.
Altra piccola nota dolente è rappresentata da una lunga digressione che giunge al termine del libro, a mio modesto avviso ininfluente per gli esiti della storia. Un po' di tagli avrebbero reso il tutto più digeribile, anche se La regina dei castelli di carta è la degna conclusione di un'appassionante vicenda che da tempo non leggevo così volentieri.

La biografia di Stieg Larsson su Wikipedia

Il sito ufficiale dello scrittore

martedì 30 giugno 2009

I nostri occhi sporchi di terra

di Dario Buzzolan
2009, Baldini & Castoldi Dalai
Pag. 303 Euro 17,50

Nato a Torino nel 1966, Dario Buzzolan esordisce nella narrativa nel 1998 con "Dall’altra parte degli occhi" aggiudicandosi il Prix Calvino. Due anni dopo firma il giallo "Non dimenticarti di respirare", mentre è del 2003 il thriller "Tutto brucia". Nel 2007, con "Favola dei due che divennero uno", l’autore cambia registro e si confronta felicemente con il fantasy, genere poco frequentato dagli scrittori nostrani. Ora con "I nostri occhi sporchi di terra" (Baldini Castoldi Dalai editore) raggiunge la maturità letteraria, entrando con merito nella dozzina degli autori candidati al Premio Strega 2009.
1945. La guerra è finita ma nelle città e in montagna si spara ancora e gli orrori sembrano non avere fine.
Circa 50 anni dopo, per l’esattezza nel 1994, Marianna, una ventisettenne inquieta con la passione per la fotografia, appena tornata da un lungo viaggio all’estero riceve una brutta notizia. Suo padre, Davide, è scomparso nel Po, nei pressi di Torino. La polizia sospetta che si tratti di un suicidio. Giorni prima l’uomo era stato accusato di un omicidio commesso durante gli anni della guerra. Davide, partigiano della prima ora, avrebbe ucciso un repubblichino pochi giorni dopo la fine delle ostilità. L’opinione pubblica si è divisa tra chi considera il delitto una vendetta personale e chi un vero e proprio assassinio a sangue freddo.
Marianna ha avuto un rapporto sfuggente col padre e ignora quasi tutto della sua vita. La drammatica circostanza in cui si viene a trovare accende in lei la curiosità e il dovere morale di scoprire la verità. L’unica traccia che ha la porta a contattare Ella Nykvist, un’anziana attrice di teatro che godeva della stima del padre. Le due donne in apparenza sembrano non avere nulla in comune tra loro e tuttavia, dopo un primo incontro burrascoso, esse scoprono di condividere un sentimento d’amore, seppur differente nelle motivazioni, verso quell’uomo misterioso che sembra essere svanito nel nulla. Marianna e Ella intraprendono un’indagine che le porta in viaggio per l’Italia nel tentativo di ricostruire il passato travagliato di Davide: la sua adesione convinta alla guerra partigiana, le sue delusioni, i suoi amori.
L’incompiutezza dei personaggi, incompiutezza che fa mettere in discussione le proprie radici per decidere di trovarle altrove, è il tema dominante della narrativa di Buzzolan. Siano essi uomini o donne, i protagonisti dei suoi romanzi sono accomunati da un senso di inadeguatezza di fronte alla propria vita. Tale fragilità è compensata da una tenacia che porta i protagonisti a intraprendere delle indagini alla ricerca di una verità che si rivela una cartina di tornasole per scoprire se stessi.
Anche stavolta il fil rouge della storia è dunque la ricerca. Marianna, ragazza inquieta, in perenne movimento, vuole conoscere il passato del padre perché solo così sarà in grado di comprendere meglio se stessa.
Nel costruire l’architettura del romanzo, che alterna l’indagine compiuta dalla protagonista ai flashback della vita di Davide, Buzzolan interseca differenti elementi narrativi. C’è innanzitutto il melò, romantico certo ma misurato e sobrio, e poi c’è il giallo, tutto italiano nella descrizione dei personaggi e degli ambienti. C’è anche una terza, più ambiziosa cifra, ed è quella storica, incentrata sulla Resistenza, dove è inevitabile pensare all’opera di Fenoglio. Di fronte alle controverse tesi di alcuni storici revisionisti che più di Resistenza preferiscono parlare di guerra civile, Buzzolan prende una posizione netta come quella del suo protagonista allorché, in uno dei momenti più drammatici del libro, è costretto a spiegare le sue motivazioni: “Si è messo a gridare che la mia scelta e quella di suo fratello, io partigiano lui repubblichino, si equivalevano. Tutti e due combattevano per degli ideali. A quel punto ho gridato anch’io. Gli ho detto: puoi girarla come vuoi, tanto la ragione resta ragione e il torto resta torto… e la storia non la raccontano i vincitori, come dici tu… ma semplicemente chi ha buona memoria.”
Questo Davide, stoicamente legato alle sue convinzioni, incapace di adattarsi ai tempi che mutano, così legato al suo passato di ideali e nobili valori, dissoltisi col boom economico prima e con i tumultuosi anni ’70 poi, è un uomo sconfitto dalla storia ma non vinto, parente prossimo del personaggio di Silvio Magnozzi, interpretato da Alberto Sordi in "Una vita difficile" di Dino Risi, come peraltro l’autore rivela nei ringraziamenti del libro.
Un italiano tutto d’un pezzo, dunque, che ci fa un po’ vergognare del nostro italico trasformismo.

mercoledì 18 febbraio 2009

A voce alta - The Reader

di Bernhard Schlink
Edizioni Garzanti
Traduzione di Rolando Zorzi
Pp. 182, Euro 14,60

Torna, in occasione dell'uscita del film "The Reader", il romanzo di Bernhard Schlink. Siamo negli anni Cinquanta e Michael Berg attraversa i primi turbamenti dell'adolescenza. Quando un giorno, per la strada, si sente male, viene soccorso da Hannah, che ha da poco superato la trentina. Turbato da questa donna gentile e sconosciuta, irresistibilmente attratto dalla sua misteriosa e profonda sensualità, Michael riesce a rintracciarla, e nasce un'intensa relazione, fatta anche di turbamenti e di pudori. Presto, però, Michael intuisce che nella vita di Hannah, nel suo passato, ci sono altri misteri: qualcosa che lei non può rivelargli e che segnerà per sempre il destino di entrambi.

sabato 24 gennaio 2009

Shantaram

di Gregory David Roberts
Traduzione di Vincenzo Mingiardi
Pp. 1174, Euro 23,00

"Perché la vita è così. Procediamo a piccoli passi. Rialziamo la testa e torniamo ad affrontare il volto feroce e sorridente del mondo. Pensiamo. Agiamo. Sentiamo. Diamo il nostro piccolo contributo alle maree del bene e del male che inondano e prosciugano la terra."

Sterminato. Debordante ma incompiuto. Straordinario. Questi e molti aggettivi in più meriterebbe l'opera di Gregory David Roberts.
Ci sono scrittori che descrivono mondi immaginari al calduccio nelle loro case e altri che si sporcano le mani e sanguinano sulle strade per lungo tempo prima di prendere carta e penna. Questo è il caso di Roberts, una vita che sembra uscita da un romanzo d'appendice e che invece è vera e vissuta.
Professore di filosofia in Australia l'autore viene abbandonato dalla moglie, perde la figlia e cade in un vortice di depressione che lo porta alla droga. Per procurarsi la sua dose quotidiana di eroina Roberts inizia a rubare fino a quando non viene arrestato dalla polizia e condannato a diversi anni di galera. Dopo avere superato enormi sofferenze l'autore riesce a fuggire dal carcere e si rifugia a Bombay, città con 19 milioni di abitanti, multietnica e multireligiosa. Nel caos della città indiana Mr. Lin, così è ribattezzato dal suo amico indiano Prabaker, va a vivere in uno slum di cui diventa ben presto il medico. L'amore per la sofisticata Karla, una svizzera emigrata in India dove conduce affari con gli stranieri, lo fa entrare in contatto con la mafia di Bombay. Mr. Lin, soprannominato Shantaram, ovvero l'uomo della pace, diventa uno degli uomini di fiducia di Khaderbai, il boss della città, un uomo dalla personalità magnetica che affascina il protagonista il quale lo elegge a proprio mentore. Per lui Mr. Lin intraprenderà un pericoloso viaggio nell'Afganistan occupato dai sovietici, per lui compirà crimini orribili per delle azioni giuste.

Shantaram è un epopea fluviale, popolata da una miriade di personaggi, suddivisa in linea di massima in quattro parti. Nella prima si narra dell'arrivo di Lin a Bombay, della sua amicizia con Prabaker e della sua esperienza nello slum. E' questa la parte più convincente del romanzo, nella quale Roberts descrive le condizioni miserevoli dei poveri ma allo stesso tempo la loro cordialità e tolleranza.
Nella seconda parte lo scrittore narra l'ascesa al successo del protagonista grazie ai suoi contatti con la mafia. Qui prendono corpo tre sotto trame, una riguardante un feroce serial killer, Sapna, che compie orribili delitti tra i partecipanti della cupola, la seconda che coinvolge l'equivoca Madame Zhou, tenutaria del più grande bordello di Bombay e acerrima nemica di Karla per motivi misteriosi, l'ultima che vede Mr. Lin arrestato e detenuto in una orribile prigione per quattro mesi.
La terza parte è dedicata alla missione in Afganistan, narrata con un respiro epico che oserei definire kiplinghiano.
L'ultima parte, infine, narra il ritorno a casa e la guerra tra bande mafiose per accaparrarsi il controllo della città.

In una trama così vasta e ambiziosa non tutto è riuscito. Il ritmo narrativo alterna pagine eccitanti a altre più confuse ma la miriade di personaggi descritti, tutti interessanti, tiene sempre desta l'attenzione del lettore.
Il libro miscela toni romantici e melodrammatici, come nel caso della storia d'amore tra Karla e Mr. Lin, a altri decisamente noir. Uno stile rutilante ed eccessivo che ricorda i film di Bollywood che tanto hanno influenzato Roberts, dato che tra i suoi innumerevoli lavori c'è anche quello di coproduttore di pellicole indiane.
La cosa che più mi affascina e sconcerta è come sia stato possibile che un uomo violento e in apparenz rozzo (l'autore è un culturista con tanto di treccia bionda alle spalle, che va in giro su una royal enfield da gunda, tutto vestito di nero) possa avere scritto delle pagine così intense, dotate di una sensibilità rara che ti colpisce al cuore. Questi sono davvero i misteri insondabili del genio...

L'autore parla della sua opera



Indian Words
Il blog dedicato alla letteratura indiana di Silvia Merialdo. Un'analisi completa di Shantaram.

martedì 6 gennaio 2009

La ragazza che giocava con il fuoco

di Stieg Larsson
Marsilio, 2008
Traduzione: Carmen Giorgetti Cima
Pp. 754, Euro 19,50

"Era legata con cinghie di cuoio a una stretta branda con il telaio in acciaio. Le cinghie tese sopra il torace premevano. Era stesa sulla schiena. Le mani bloccate all'altezza dei fianchi."

Ecco la seconda perla di una trilogia, la Millenium Trilogy, nata dalla mente del giornalista Stieg Larsson, prematuramente scomparso a soli 50 anni.
Dopo avere presentato in Uomini che odiano le donne due indimenticabili personaggi, rispettivamente Mikael Blomvkist, giornalista, e Lisbeth Salander, hacker disadattata, ne La ragazza che gioca con il fuoco l'autore approfondisce le due personalità mettendole di fronte a un nuovo caso investigativo. Stavolta a essere nei guai è la giovane Lisbeth, accusata di un triplice omicidio e perseguitata dalla polizia. L'unico a credere nella sua innocenza è proprio Blomvkist che inizia una contro indagine tesa a scovare il reale responsabile degli omicidi di due giornalisti e di un equivoco avvocato, tutore di Lisbeth, con strane preferenze sessuali.
Lo stile di Larsson è sempre incalzante e la trama appassionante, anche se la struttura narrativa dell'intreccio non è così coesa come nel primo episodio. Tuttavia è davvero appagante ritrovare dei personaggi a noi ormai cari, così ben costruiti che sembrano davvero vivere di una vita propria.