lunedì 10 dicembre 2007

Le benevole - Allemanda 1 e 2

L’odore era immondo; e quell’odore, lo sapevo, era l’inizio e la fine di tutto, il significato stesso della nostra esistenza.

In questo primo, lunghissimo capitolo seguiamo il nostro antieroe sul fronte orientale nel 1941. In Ucraina Aue è uno Hauptsturmfürher (capitano) delle SS incaricato di redigere dei rapporti per l’Alto Comando sull’andamento del conflitto e in particolare sullo stato del morale delle truppe. Egli ha deciso di sua volontà di essere mandato in servizio lì, su suggerimento del suo commilitone e miglior amico Thomas, che anche in seguito avrà un’importanza fondamentale nella sua carriera militare.
Il suo superiore è lo Standatenfürher (colonnello) Blobel, un iracondo ufficiale che non mostra alcuna simpatia per Aue. Appena arrivato a Lutsk egli si trova di fronte ai primi orrori del conflitto. Migliaia di cadaveri sono stati ammassati nel cortile del quartier generale nazista. Si tratta di detenuti ucraini e polacchi, giustiziati senza tante premure dai loro stessi concittadini prima dell’arrivo in città dei nazisti.
In seguito Maximilian viene destinato a Kiev. Qui partecipa alla prima Großeaktion contro la popolazione ebrea. Preparata minuziosamente, la deportazione in massa e la successiva fucilazione di decine di migliaia di vittime innocenti, per lo più donne, bambini e anziani, è descritta da Littel con dovizia di particolari agghiaccianti che occupano una decina di pagine. A Kiev ogni tentativo d’insurrezione è represso nel sangue con ferocia inusitata. L’inverno russo cala sulle truppe tedesche bloccando l’avanzata verso Mosca. Aue è rimasto scioccato da ciò che ha visto - sebbene il suo stupore non gli abbia impedito di realizzare un book fotografico sullo sterminio che ha ricevuto apprezzamenti dalle alte sfere, suscitando l’invidia dei suoi colleghi – e per tale motivo viene mandato in licenza per alcuni mesi.

In Crimea qualche mese di clima mite e l’incontro con l’ufficiale Partenau, che Aue inizia all’omosessualità, sono sufficienti a ritemprarlo. È in questa parte del libro che il protagonista svela alcuni dettagli della sua adolescenza destinati ad assumere un ruolo determinante nella sua esistenza. Egli in passato ha avuto un legame incestuoso con la sorella gemella Una. Suo padre è misteriosamente scomparso e la madre si è risposata con un commerciante francese. Successivamente Max è mandato in un collegio dove ha scoperto la sua omosessualità. Divenuto maggiorenne si trasferisce a Berlino dove termina gli studi in Legge.

Al termine della licenza Aue è inviato nel Caucaso, un fronte più calmo dove ha modo di stringere un rapporto d’amicizia con il colto linguista Voss. Il suo compito ora è quello di determinare se alcune popolazioni del luogo siano o meno di discendenza ebrea. La questione riveste un’importanza fondamentale per le SS che hanno intenzione di procedere a rastrellamenti razziali. La Wermächt, al contrario, è riuscita a farsi benvolere dalla popolazione, facendo leva sull’avversione di questa per i bolscevichi e non ha alcuna intenzione di suscitare la loro ira partecipando a una campagna di genocidio. In una delle parti più significative di questo capitolo Aue è chiamato a testimoniare presso il quartier generale della Wermächt sugli usi e costumi della popolazione. Sulla sua testimonianza si regge l’intero impianto accusatorio delle SS. Aue, che non è convinto delle prove anche se si guarda bene dall’esprimere giudizi di sorta verso la soluzione finale, si lancia in una surreale e dotta disquisizione sull’origine dell’etnia, al termine della quale il Comandante della Wermächt decide di non agire. È questa una delle sezioni più illuminanti per capire il meccanismo burocratico della macchina dello sterminio e i rapporti contradditori tra l’esercito e le forze di polizia naziste.
Al termine della sua requisitoria Aue per punizione è spedito dai suoi superiori a prestare servizio a Stalingrado.

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