2007, Baldini Castoldi Dalai
Pag. 242, Euro 14,80
"Il fatto essenziale è che sono morto: un problema di cuore. Ma non è di questo che voglio parlare. Non ora, almeno.
Ora vorrei soltanto raccontare la mia storia."

Accompagnata da Tom, riportato alla vita dal geniale Dottore - l'io narrante della storia - Rosaura compie un viaggio attraverso la Città, prodigo di incontri memorabili. Ella, infatti, s'imbatte in feroci accalappiacani, negli Scuri venuti da lontano e in famiglie che vivono nel sottosuolo. Al termine del percorso Rosaura dovrà lottare per salvare il mondo non prima di essersi innamorata e di avere scoperto quanto, nonostante tutto, la vita sia una cosa meravigliosa.

Se nei precedenti lavori Buzzolan si era cimentato nel giallo, ora con "Favola dei due che divennero uno" lo scrittore affronta un genere poco frequentato dalla narrativa italiana, fatta eccezione per Gianni Rodari o per talune metafisiche parabole di Tommaso Landolfi. Ma in Buzzolan convive anche una forte componente cinematografica: impossibile, infatti, nello scoprire la cosmogonia di personaggi bizzarri che affollano le 200 pagine del racconto, non pensare alle melanconiche creature del cinema di Tim Burton. Si pensi, ad esempio, a Tom, il protagonista, all'apparenza repellente a causa della sua testa scindibile dal corpo, eppure dotato di straordinaria umanità.
Utilizzando una struttura narrativa picaresca sulla quale s'innesta una prosa rapida ed efficace, l'autore alterna con abilità l'humour nero di alcune situazioni alla compassione autentica per i suoi personaggi. E alla fine, come in ogni fiaba che si rispetti, nelle ultime parole che il Dottore lascia al lettore come testamento di questa storia, ci suggerisce la morale: "... Ho capito che nella vita non c'è altro che valga, se non mettere al mondo: un oggetto ben fatto o un essere vivente o anche se stessi in modo nuovo, non fa differenza."
Intervista a Dario Buzzolan
Wikipedia Dario Buzzolan
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